Napoli: Expo 2015, Scarafaggi e cavallette nei nostri piatti Stampa
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NapoliNews - Storia
Scritto da Marina Della Ragione   
Mercoledì 23 Settembre 2015 13:05

Napoli: Expo 2015, Scarafaggi e cavallette nei nostri piatti

Il 31 ottobre chiuderà EXPO Milano 2015. E' auspicabile, però, che il dibatto che ha caratterizzato l'esposizione universale milanese sul tema "Nutrire il pianeta, energia per la vita" continui e non scompaia dalle agende dei oltre 50 primi ministri e capi di stato e di governo che in questi 5 mesi si sono confrontati tra i padiglioni milanesi.
Il tema della sostenibilità e, in particolare,della sostenibilità alimentare e, quindi, dell'accesso a cibo sicuro e nutriente per tutti,non è per niente una cosa scontata oggigiorno e diverse sono le iniziative e i percorsi presentati ad EXPO 2015, come quello delle nazioni unite "Sfida fame zero", che hanno come finalità quella di informare il cittadino e di sensibilizzarlo sempre di più sul diritto al cibo per tutti. Quotidianamente in occidente si sprecano enormi quantità di cibo che, invece, scarseggiano nei paesi più poveri o in via di sviluppo. Da un lato nei paesi industrializzati l'abbondanza di cibo e le cattive abitudini alimentari hanno fatto registrare, negli ultimi decenni, un aumento delle morti dovute alle malattie cardiocircolatorie e all'obesità, dall'altro nei paesi poveri del sud del mondo, molto spesso oppressi da guerre, l'inacessibilità al cibo incrementa il tasso di malattie da denutrizione e semina morte per non parlare, poi, della spinta disperata all'emigrazione che sta colpendo l'Europa in questi mesi.
Numerose sono le organizzazioni governative e non che insieme, da molti anni, sono impegnate in questa faticosa battaglia per livellare questo divario. Gli sforzi, ancora insufficienti, non ci permettono di rilassarci di fronte a questa piaga ancora troppo grande nel millennio della globalizzazione. L'impegno per una ridistribuzione più equa della ricchezza, tra chi ha troppo e chi non ha nemmeno il minimo necessario per la sopravvivenza, non deve arretrare e tanto meno lasciare spazio agli interessi commerciali di pochi, spesso identificabili in colossi multinazionali.
Expo 2015 è stata fin dall'inizio un'opportunità per capire come nutrire il pianeta voglia dire molto più che occuparsi della qualità dell'alimentazione. Dietro ad un prodotto sicuro e ad un servizio di qualità ci sono accordi commerciali stipulati tra le grandi aree economiche del mondo. Nel settore agro-alimentare, ad esempio,dopo il fallimento degli ultimi negoziati del WTO (World Trade Organization) di Doha, l'Europa e gli Stati Uniti d'America hanno deciso di lavorare ad un trattato di cooperazione commerciale TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership), che mira a uniformare le regole sul commercio di beni e servizi tra le due sponde dell’Atlantico.
Ma EXPO Milano 2015 ha posto l'attenzione anche sull'importanza della ricerca scientifica in campo nutrizionale. Dietro ad una sana pietanza e ad una corretta alimentazione c'è anche tanta ricerca scientifica che si articola in svariati settori e che ha bisogno di fondi, in Italia spesso ancora assolutamente insufficienti. Non basta, perciò, lo sviluppo tecnologico dei sistemi industriali con gradi di efficienza produttiva sempre maggiore a fronte di un minore impatto ambientale. La ricerca in campo industriale deve essere accompagnata all'educazione del cittadino verso abitudini alimentari più sane nel rispetto dell'ambiente per uno sviluppo sostenibile a garanzia delle generazioni future.
A tal proposito: quanto impatta sull'ambiente mangiare carne quasi tutti i giorni? Quante foreste dobbiamo disboscare per allevare mandrie necessarie a sfamare una popolazione mondiale in crescita?Quanto costa, anche in termini sociali, l'acqua utilizzata per irrigare i campi coltivati o per abbeverare il bestiame al pascolo? E, infine, quanto gas serra viene emesso nell'ambiente?
La relazione tra il consumo di cibo di origine animale, l'allevamento di bestiame a fini alimentari e l'impatto ambientale provocato da queste produzioni sono, oggi più che mai, oggetto di studio da parte della comunità scientifica e dei policy maker che lavorano al noto problema dell'enorme pressione sulle risorse del pianeta, purtroppo non infinite. Basti pensare che sono necessari più di 5mila litri di acqua per produrre un chilo di manzo ed oggi non tutti i 7 miliardi di uomini che abitano il pianeta possono mangiare carne, perché è troppo costosa. Con una popolazione mondiale in continuo aumento, come sarà influenzata la nostra dieta nei prossimi vent'anni? Non ci sarà più il terzo mondo che conosciamo oggi, ma diversi Stati del “sud” del pianeta saranno realtà economiche con crescenti necessità e nuove abitudini alimentari che si evolveranno di pari passo al loro sviluppo demografico ed economico (basti pensare al repentino progresso economico e sociale avvenuto negli ultimi decenni in Cina e in India). Se oggi sono popolazioni per la maggior parte vegetariane, con una dieta spesso povera in termini nutritivi, la loro dieta si "occidentalizzerà" spostando e, pertanto, modificando l'equilibrio esistente e già precario tra un'offerta di prodotti limitata e una domanda con crescita costante.
Ecco perché a fronte di uno scenario che prevede la progressiva riduzione della quantità di carne presente nella nostra dieta il legislatore europeo si è posto il problema di regolare un settore, quello degli Novelfood (al voto del Parlamento europeo in ottobre), fino ad ora in vacazio legis, al fine di assicurare la necessità di trovare fonti di approvvigionamento proteico alternative. Le proteine sono, infatti, indispensabili per garantire il funzionamento del nostro corpo. Sono sempre più spesso consigliate le diete vegane e i suoi sostenitori sono in continua crescita, ma per coloro che non vogliono rinunciare alle proteine di origine animale, gli insetti sembrano un buon target e di sicuro sono gli esseri viventi più numerosi al mondo. Sono ben oltre 1500 le specie di insetti commestibili e molti sono per circa il 70% composti da proteine. Inoltre, gli insetti sono in crescente aumento, favoriti dal riscaldamento terrestre, conseguenza ultima del cambiamento climatico. D'altronde, la cucina di alcuni paesi, principalmente extra-europei, include da sempre gli insetti e si stima che, al mondo, siano circa 2 miliardi le persone che si nutrono regolarmente di insetti. L’entomofagia andrebbe, quindi, a risolvere il problema dell’approvvigionamento di proteine.
L’interesse verso una sana e corretta alimentazione, ma anche sostenibile ed accessibile a tutti come un diritto fondamentale, rimane al centro del dibattito mondiale. L’EXPO di Milano con la "Carta di Milano" lascia come eredità culturale un documento che richiama ogni cittadino, associazione, impresa o istituzione ad assumersi le proprie responsabilità per garantire alle generazioni future di poter godere del diritto al cibo. Rimane poco più di un mese alla fine di EXPO Milano 2015, un evento da non perdere…
Tiziana della Ragione
Enrico Pellizzari